Ci sono donne, uomini e bambini, italiani e stranieri, che a causa del distanziamento sociale e dello stop delle attività produttive hanno perso quel poco che avevano, famiglie che non hanno più nulla, neppure i soldi per fare la spesa e per portare a tavola almeno 1 pasto, né i farmaci essenziali in caso di bisogno.
Le condizioni abitative di queste famiglie, già precarie prima dello scoppio dell’emergenza, in questa situazione di forzata reclusione, sono diventate estreme, devastanti: stanze anguste, una sola presa d’aria e acqua non sempre potabile.
Sulle fasce della popolazione più fragile, questo virus si è abbattuto due volte, non solo come crisi sanitaria, ma anche come crisi sociale.